18.11.2019
La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente rappresenta la principale opportunità per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione necessari a contenere l’innalzamento della temperatura globale entro la soglia di +1,5°C.
La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente rappresenta la principale opportunità per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione necessari a contenere l’innalzamento della temperatura globale entro la soglia di +1,5°C. Nella pratica,il patrimonio esistente dovrebbe in media raddoppiare la propria efficienza energetica entro il 2030, partendo dai livelli del 2010. Una road map che, se fosse lineare, vorrebbe dire un incremento di efficienza del 2,6% all’anno dal 2010 al 2030.
Purtroppo, i dati reali ci raccontano un’altra storia. Prendiamo ad esempio gli operatori real estate che hanno partecipato a GRESB (Global Real Estate Sustainability Benchmark) nel 2019 e che quindi dovrebbero rappresentare la leadership del mercato. Per la prima volta dal 2010, l’universo GRESB – che oggi rappresenta 1.005 entità, un portfolio di oltre 100.000 immobili ad un valore di mercato (GAV) di 4.1 trilioni di Dollari – non è riuscito a restare in linea con la road map 2030. Non solo, ma oltre il 20% delle realtà aderenti, non hanno neppure dichiarato un obiettivo minimo da raggiungere.
Riconoscere la leadership è fondamentale, ma dobbiamo essere onesti con noi stessi e chiamare le cose con il loro nome. Un targa LEED o BREEAM su un edificio esistente non sono necessariamente sinonimo di edificio a basse emissioni! Per essere davvero efficaci, i protocolli di certificazione devono essere usati come degli strumenti utili a definire il “punto di partenza” in termini di efficienza dell’edificio e sviluppare di conseguenza un piano per la riduzione delle emissioni. In quest’ottica, si lavorerà per garantire l’efficientamento del sistema involucro/impianti, la produzione in sito di rinnovabile e/o acquisto di rinnovabili off-site, la gestione e la manutenzione preventiva puntuale e i comportamenti virtuosi degli utenti. Il protocollo di certificazione, che richiede di essere costantemente alimentato dai dati di consumo, permette di monitorare la coerenza delle emissioni reali rispetto al piano di riduzione stabilito dagli obiettivi 2030.
I protocolli maggiormente diffusi e riconosciuti dal mercato in area EMEA (Europe, Middle East, and Africa) sono LEED EB:O&M e BREEAM In-Use. Entrambi questi protocolli si stanno trasformando in piattaforme digitali, in grado di coprire, monitorare e rendere trasparenti per il mercato le performance reali su tutto lo spettro ESG (Environmental, Social, Governance). Queste performancesi limitano a considerare solamenti i consumi di acqua, luce, gas, ma includono anche diversi aspetti relativi alla resilienza e al well-being degli occupanti.
Un possibile scenario futuro per questi sistemi di certificazione è l’integrazione delle proprie piattaforme digitali con GRESB: questo processo permetterebbe di spostare il focus di clienti e consulenti dal reperimento, compilazione ed archiviazione del dato, all’analisi, monitoraggio e miglioramento delle performance reali. Se questo venisse applicato, il real estate diventerebbe effettivamente parte della soluzione e potrebbe contribuire in modo significativo al contenimento delle temperature entro il tetto di +1,5°C.
Habitech, che nel mercato Italiano può annoverare tra i propri clienti alcuni tra gli edifici LEED più famosi come Cà Foscari a Venezia ed IFAD a Roma, è stato anche il primo soggetto ad utilizzare BREEAM In-Use per la certificazione di un intero portfolio o fondo.
Habitech può aiutarti a reperire i dati del tuo portfolio, costruire un benchmark per misurare le performance e le emissioni reali di “operational carbon”, sviluppare una road map strategica ed offrirti gli strumenti migliori per monitorare l’implementazione del piano in modo che nel 2030 si possa essere soddisfatti di aver dato il proprio contributo.
Un articolo di:
Alberto Ballardini
Responsabile commerciale di Habitech