18.12.2023
Nel nostro nuovo approfondimento della rubrica Insight di Habitech – insieme a Francesco Gasperi, Direttore Generale di Habitech – affrontiamo applicazioni, obiettivi e vantaggi della Tassonomia Europea nel settore delle Costruzioni ed Immobiliare. Lo strumento fondamentale nel panorama della finanza sostenibile che contribuisce in modo significativo alla transizione verso un’economia sostenibile, resiliente e a basse emissioni di carbonio.
“La diffusione è il processo mediante il quale un’innovazione è comunicata attraverso determinati canali nel tempo tra i membri di un sistema sociale”, descrive così Everett M. Rogers, nel suo libro “Diffusion of Innovations”, quella che viene poi definita “curva di Rogers”. Questa curva è una rappresentazione grafica che illustra come diversi segmenti della società reagiscano e adottino un nuovo prodotto nel tempo. È uno strumento utile per comprendere come le innovazioni si diffondano e si radichino nella cultura di una comunità. Un concetto che aiuta a esplorare come nuove idee, concetti o tecnologie vengano introdotte e gradualmente adottate dalla comunità. Ma non è solo la diffusione di nuove idee a plasmare il futuro della società; è altrettanto importante l’adattamento della società a queste innovazioni.
Oggi parliamo quindi di tassonomia e le sue applicazioni perché, se vogliamo comprendere appieno come costruire una società futura che sia adattabile, resiliente e in grado di integrare nuove idee in modo efficiente, la tassonomia diventa uno strumento cruciale da adottare e sviluppare. Ma che cos’è la tassonomia? “La Tassonomia stabilisce quali attività economiche possano qualificarsi come ecosostenibili. In concreto, questo si traduce in un lavoro estremamente complesso che consiste nell’individuare i requisiti che ciascuna attività economica deve soddisfare per potersi definire sostenibile dal punto di vista ambientale, requisiti definiti criteri di vaglio tecnico”, spiega Francesco Gasperi, direttore generale di Habitech. La tassonomia ha come unità di misura l’attività economica stessa ed è uno strumento creato con l’obiettivo di facilitare e aumentare gli investimenti sostenibili ed eliminare il greenwashing, una pratica che vede alcune aziende fornire informazioni non sempre veritiere sulla sostenibilità dei loro prodotti o servizi.
La Tassonomia Europea è stata istituita con il Regolamento UE 2020/852 ed è stata uno dei primi sforzi significativi per regolamentare i requisiti della rendicontazione non finanziaria. Le aziende soggette a questo regolamento sono tenute a divulgare le misure da loro adottate in materia di ambiente, impatto sociale e governance (ESG). Il quadro normativo, entrato in vigore nel luglio 2020 ha subito diversi aggiornamenti e modifiche, rendendo difficile la sua implementazione sia per le aziende che gli investitori. “Non è facile spiegare la Tassonomia”, sottolinea ancora il direttore generale “potrebbe essere d’aiuto chiarire quale sia l’obiettivo principale: consentire la misurazione del grado di ecosostenibilità di un investimento. Fin dal primo articolo, dunque, il Regolamento si pone come uno strumento del settore finanziario, preordinato a verificare se e in che misura un investimento è sostenibile dal punto di vista ambientale”.
Va chiarito dunque il contesto di riferimento all’intero del quale la Tassonomia Europea nasce: il Green Deal Europeo. L’Unione Europea ha aperto la strada a investimenti più sostenibili in settori quali l’energia rinnovabile, la biodiversità e l’economia circolare approvando il Green Deal nel 2019. L’obiettivo finale è raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050. Inoltre, rispetto ai livelli del 1990, le emissioni di gas serra dovrebbero essere ridotte del 55% entro il 2030. Pertanto, il Green Deal comprende un piano di investimenti pubblici di un trilione di euro nei prossimi dieci anni per raggiungere questi obiettivi climatici. “Nell’ambito del Green Deal”, continua a spiegare Francesco Gasperi “l’UE ha delineato un quadro finanziario sulla sostenibilità, che ha lo scopo di contribuire a integrare fattori di sostenibilità a vari livelli di economia. Mi sto riferendo al Sustainable Finance Framework che prevede l’applicazione delle nuove normative UE sulla trasparenza aziendale. All’interno le tre più importanti sono la Tassonomia, la direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSDR) e il regolamento sull’informativa sulla finanza sostenibile (SFDR)”. E ancora “con questo la tassonomia ha fornito un sistema di classificazione delle attività economiche che prevede l’indicazione di ogni singolo aspetto di contributo sostanziale e di DNSH (Do Not Significant Harm).” La direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD) impone alle aziende di pubblicare regolarmente rapporti sulle loro attività ESG. È stata concepita per incoraggiare le aziende a sviluppare approcci più responsabili al business e per offrire agli stakeholder e agli investitori delle informazioni più accessibili e complete.
Il regolamento sull’informativa per la finanza sostenibile (SFDR) aiuta gli investitori richiedendo agli istituti finanziari maggiore trasparenza nell’indicare quanto i prodotti finanziari tengano conto delle caratteristiche ambientali e/o sociali, costituiscano investimenti sostenibili o si pongano obiettivi sostenibili.
I requisiti di sostenibilità delle attività economiche stabiliscono che per essere definiti sostenibili bisogna rispettare contemporaneamente quattro condizioni:
A chi si rivolgono quindi queste direttive? Per quanto riguarda il campo di applicazione, il Regolamento ha come destinatari diretti: i partecipanti ai mercati finanziari che offrono prodotti finanziari e le imprese (finanziarie e non finanziarie) oggi soggette all’obbligo di realizzazione della dichiarazione non finanziaria ai sensi della Direttiva 2013/34/UE (la c.d. NFRD) e che saranno soggette alla nuova direttiva che supererà la NFRD, la c.d. Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Oltre ai soggetti direttamente obbligati, troviamo anche una serie di destinatari indiretti e quindi tutti gli operatori economici interessati ad attirare investimenti green e ad avvantaggiarsi delle opportunità della finanza sostenibile, per i quali è previsto che il Regolamento si possa comunque applicare in modo volontario.
Come applicare la Tassonomia? Sono stati definiti sei obiettivi ambientali chiave, interdipendenti ma connessi, tra i quali troviamo mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici, uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse umane, transizione verso un’economia circolare, prevenzione e riduzione dell’inquinamento e protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Ad oggi i criteri di vaglio tecnico riguardano i soli primi due obiettivi ambientali, peraltro i più indirizzati all’obiettivo di contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici. La mitigazione riguarda la stabilizzazione delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera attraverso azioni di riduzione e/o eliminazione delle emissioni. Ciò significa agire per raggiungere la neutralità climatica e limitare l’aumento della temperatura a 1.5°C a livello globale. Tali azioni, tuttavia, producono i loro effetti su tempi di scala medio-lunghi, perché i gas serra hanno tempi di residenza in atmosfera di decine o centinaia di anni. L’adattamento, invece, riguarda l’insieme delle azioni per resistere, convivere e (in certi casi) trarre vantaggio dagli effetti del cambiamento climatico. L’IPCC lo definisce come il processo di adeguamento del sistema ecologico, sociale ed economico alla situazione climatica (attuale e futura) e ai suoi effetti. Le azioni di adattamento consistono in misure atte a valutare e ridurre i rischi climatici più significativi, agendo per aumentare la resilienza dei sistemi. “A fine novembre è stato pubblicato il regolamento delegato che fissa i criteri tecnici relativi agli ultimi quattro parametri che non erano ancora stati definiti.” Per quanto riguarda i primi due obiettivi, mitigazione e adattamento sono stati definiti 70 criteri per il primo e 64 per il secondo, raggruppati in tre categorie principali: emissioni di carbonio, transizione e abilitazione. Questi elementi consentono all’azienda di valutare il proprio impatto, in maniera accurata e organica, in riferimento all’obiettivo da raggiungere. Forniscono quindi un orientamento chiaro per intraprendere azioni idonee in base alle proprie esigenze specifiche.
Ma quali sono i vantaggi? Perché diventare un early innovator e giocare d’anticipo, per ricollegarci alla curva di diffusione di Rogers, intraprendendo così un percorso interno che per ora sembra abbastanza complesso? “Per Habitech la risposta è semplice in realtà”, chiarisce Francesco Gasperi “riceviamo richieste direttamente dal cliente che da sé decide di investire in questa direzione. Bisogna tenere presente che sempre più la tassonomia è legata alle certificazioni di sostenibilità che permettono, già da sole, di rispondere parzialmente ai criteri della stessa. Ad esempio, il risparmio idrico che viene richiesto dai criteri della tassonomia è molto simile, se non uguale, alle richieste di LEED. È sicuramente più vantaggiato chi applica già processi di certificazione. Essere tra i primi ad applicare i criteri della tassonomia, ancora quando non obbligatori, può portare ad enormi vantaggi”. Tra questi i principali sono:
“Data la natura e il settore all’interno del quale Habitech opera, la parte di Tassonomia che teniamo monitorata è quella delle costruzioni all’interno del quale siamo maggiormente coinvolti sull’acquisition, l’ownership, construction of new buildings e renovation of existing buildings. Questi presentano caratteristiche leggermente differenti tra loro: il più complesso e completo di tutti è quello della nuova costruzione”, conclude Francesco Gasperi.
Una visione più ampia del contesto attuale mostra una propensione generale verso un’economia a basse emissioni di carbonio il cui fine ultimo è la lotta al cambiamento climatico e al riscaldamento globale, e contemporaneamente un aumento, a livello nazionale ed europeo, delle risorse finanziarie e opportunità riservate alle imprese che sono propense all’integrazione della sostenibilità nelle proprie strategie aziendali, che diventa così un driver strategico e leva di vantaggio competitivo.
Per capire meglio come orientarsi all’interno della Tassonomia Europea esiste uno strumento pensato e costruito ad hoc, il Taxonomy Navigator, che è in grado di aiutare i soggetti interessati a districarsi maggiormente all’interno del quadro normativo. Implementare e adottare la Tassonomia Europea significa, quindi, contribuire in modo significativo alla transizione verso un’economia sostenibile e a basse emissioni di carbonio. Il quadro normativo così diventa fondamentale e permette quindi non solo di garantire un futuro sostenibile e raggiungere gli obiettivi climatici di cui sopra, ma è in grado di garantire la redditività a lungo termine delle aziende.
Articolo a cura di Roxana Pop – EU Project Assistant