La G di ESG: performance, etica e trasparenza. Le variabili per fare impresa

13.12.2022

L’ultimo criterio dell’ESG è quello che comprende le responsabilità di “Governance” delle aziende. Questa riguarda il sistema interno di pratiche, controlli e procedure che l’azienda adotta per governarsi, prendere decisioni efficaci, rispettare la legge e soddisfare le esigenze degli stakeholder esterni.

Ogni azienda necessita di una governance efficace. Con l’ascesa dell’ESG, le implicazioni per le imprese sono molto più trasversali e si espandono coprendo molteplici aree come le relazioni con i partner, le banche e le istituzioni, i controlli finanziari, le risorse umane, la catena di approvvigionamento, la comunicazione e lo sviluppo aziendale. Per molti aspetti, l’ESG rappresenta ora una trasformazione più ampia del business.

L’ultimo criterio dell’ESG è quello che comprende le responsabilità di “Governance” delle aziende. Questa riguarda il sistema interno di pratiche, controlli e procedure che l’azienda adotta per governarsi, prendere decisioni efficaci, rispettare la legge e soddisfare le esigenze degli stakeholder esterni.

Ogni azienda necessita di una governance efficace. Con l’ascesa dell’ESG, le implicazioni per le imprese sono molto più trasversali e si espandono coprendo molteplici aree come le relazioni con i partner, le banche e le istituzioni, i controlli finanziari, le risorse umane, la catena di approvvigionamento, la comunicazione e lo sviluppo aziendale. Per molti aspetti, l’ESG rappresenta ora una trasformazione più ampia del business.

La “Governance” è particolarmente importante perché costituisce uno dei fattori valutati dagli osservatori esterni e sancisce l’identità e la solidità aziendale. La Governance permette di definire se le azioni e le iniziative di tipo sostenibile adottate dall’azienda si accompagnano anche alla sua forma organizzativa nei processi operativi e nei luoghi di lavoro.

Ogni azienda a seconda del suo modello di business dovrebbe quantificare i rischi associati a fallimenti sociali o ambientali, attraverso l’utilizzo di rating ESG, audit interni o consulenti diventa più facile sostenere l’allocazione del capitale e di risorse in funzione delle pratiche di sostenibilità, volontarie o necessarie, che si vorranno attuare.

Le fasi di valutazione interna ESG sono fondamentali per impostare l’organizzazione in modo da creare una chiara responsabilità per gli impegni esterni. Le aspettative e le responsabilità relative ai criteri ESG devono essere associate e discusse nei ruoli a ogni livello dell’organizzazione e in ogni fase della catena del valore. Dal Consiglio di Amministrazione ai vari ruoli esecutivi, tutti i dipendenti dovrebbero essere allineati di queste responsabilità all’interno dei mandati funzionali per garantire una stabile e trasparente comunicazione della strategia e cultura aziendale.

Gli ingredienti per una buona governance aziendale partono sicuramente dall’aderenza alle normative, la conformità con gli obblighi di legge deve essere infatti rispettata e controllata in ogni sede o sito produttivo dove l’azienda svolge i propri affari. Un approccio positivo alla governance richiede che l’azienda dichiari le sue operazioni in modo trasparente sia da un punto di vista finanziario sia riguardo i propri impatti ambientali e sociali. I rischi di una scarsa conformità normativa possono portare a perdite finanziarie dovute a multe e sanzioni, nonché a svalutazioni della reputazione aziendale e dell’immagine del brand.

Normativa sulla dichiarazione non finanziaria

Il 10 novembre è stata adottata dal Parlamento Europeo la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD); la Direttiva entrerà in vigore alla fine di quest’anno e impone dei nuovi obblighi di rendicontazione ESG alle imprese nel mercato dell’UE. La CSRD andrà a sostituire l’attuale Direttiva 2014/95/UE, attuata in Italia dal Decreto Legislativo del 30 dicembre 2016, n. 254, che ha cambiato significativamente la comunicazione verso l’esterno da parte di alcune imprese e gruppi di grandi dimensioni imponendo maggiore trasparenza con l’obbligo di diffusione delle informazioni di carattere non finanziario.

La CSRD amplia il numero di aziende che da gennaio 2024 dovranno rendere pubbliche le informazioni non-finanziarie. Vengono introdotti obblighi di trasparenza più dettagliati sull’impatto delle imprese sull’ambiente, sui diritti umani e sugli standard sociali, sulla base di criteri comuni in linea con gli obiettivi climatici dell’UE. Questi criteri comuni sono definiti dai nuovi standard europei European Sustainability Reporting Standards (ESRS) approvati il 15 novembre dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) e prossimi alla presentazione in Commissione Europea, l’adozione ufficiale degli ESRS è prevista per il primo semestre del 2023.

Report di sostenibilità

Il tema della trasparenza è un filo conduttore nei criteri ESG poiché la visione e la strategia aziendale devono essere condivise con tutti gli stakeholder e coordinate internamente tramite misurazioni e KPI economico-finanziari, sociali e ambientali.

Per facilitare il raggiungimento di questi scopi si sono sviluppati negli anni framework e standard internazionali per divulgare in maniera uniforme le informazioni agli stakeholder, queste informazioni cosiddette non-finanziarie, forniscono informazioni riguardanti ad esempio temi ambientali come l’identificazione e la riduzione delle risorse energetiche utilizzate; temi sociali come i benefit del personale o le politiche per il rispetto dei diritti umani; temi di governance come la tutela della privacy, i compensi e il contrasto della corruzione.

Il più diffuso standard di rendicontazione secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Rendicontazione Non Finanziaria è il GRI Sustainability Reporting Standard sviluppato dalla Global Reporting Initiative (GRI), ma ne esistono diversi sempre riferiti alle tematiche ESG e comunque molto diffusi come l’International Integrated Reporting Framework (<IR> Framework), gli standard SASB (Sustainability Accounting Standards Board) o le linee guida pubblicate dal Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale.

Per Habitech – Distretto Tecnologico Trentino la spinta motrice che ha guidato la scelta di pubblicare il report di sostenibilità è “rendersi conto per rendere conto”. Nel 2020 è stato redatto il primo Report di Sostenibilità del Distretto che ha permesso di comunicare le tappe più significative, i valori, i punti di forza che hanno contraddistinto i primi 15 anni della storia della società e gli obiettivi futuri in un’ottica di miglioramento continuo. A maggio 2022 è stato pubblicato Il Report 2021, con nuovi propositi e l’aggiornamento degli obiettivi prefissati, di tutte le attività e le partnership svoltesi nell’anno di riferimento. I report sono stati redatti adottando come riferimento metodologico le linee guida GRI Standards 2016 – Global Reporting Initiative e ne è stata garantita la veridicità e la conformità da un Ente Terzo indipendente.

La messa a terra di tutto il processo di reporting è stata possibile grazie alla cooperazione della Direzione con una squadra trasversale di dipendenti e collaboratori, seguiti dal prezioso supporto del Socio partner ICDLAB di Gloria Milan & C. che ci ha assistito sin dall’inizio e con cui continua la collaborazione per il Report 2022. Habitech aiuta i propri clienti a ridefinire le proprie strutture di governance orientandole verso una strategia di sostenibilità. Habitech insieme ai propri Partner propone una valutazione ESG dell’azienda riconosciuta a livello internazionale, con l’obiettivo di definire delle strategie e dei piani concreti per orientare la governance verso la riduzione degli impatti aziendali.

Articolo a cura di Emanuele Regno Simoncini – ESG Junior Consultant

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